Spyware Graphite, il Governo alla Camera: “Nessuna interferenza con le indagini”. Faraone (IV): “Silenzio inaccettabile, nessuno scandalo per i giornalisti spiati”

Il Governo rivendica legalità e collaborazione con il Copasir, ma emergono nuove accuse su uso distorto dello spyware da parte di istituzioni pubbliche. Faraone: “Nessuno scandalo per i giornalisti spiati”.

Si è tenuta oggi alla Camera dei Deputati la discussione dell’interrogazione parlamentare n. 3-02032 sul caso Graphite, lo spyware sviluppato dalla società israeliana Paragon Solutions, utilizzato secondo Meta per sorvegliare circa 90 cittadini italiani, tra cui giornalisti e attivisti. Tra le vittime accertate figurano Francesco Cancellato (Fanpage) e Roberto D’Agostino (Dagospia).

Spyware Graphite: il ruolo del Governo e le contraddizioni emerse

Il Governo sostiene di aver sospeso l’uso dello spyware Graphite in attesa degli accertamenti di Copasir e dell’ACN, ma la società israeliana ha affermato di aver interrotto unilateralmente il contratto per violazioni italiane nei controlli preliminari. L’Esecutivo ha escluso il coinvolgimento delle principali forze di polizia, senza però chiarire il ruolo della Polizia penitenziaria, coperto da segreto. L’assenza di trasparenza istituzionale e il fatto che le prime segnalazioni siano arrivate da Meta hanno alimentato le accuse di inazione rivolte all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale.

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Ciriani: “Rispettate le regole, nessuna interferenza con le indagini”

L’interrogazione, firmata da Bonifazi, Del Barba, Faraone, Gadda e Giachetti, è stata rivolta al Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, che ha parlato oggi in Aula a nome del Governo.

Il Ministro ha dichiarato che il Governo ha sempre operato nel rispetto della legge, collaborando con il Copasir nell’accertamento parlamentare sulla vicenda Paragon. Ha inoltre ricordato che il Comitato ha pubblicato una relazione ufficiale il 5 giugno scorso, riconoscendo l’impegno dell’Esecutivo.

Il Governo ha collaborato affinché l’accertamento da parte del Copasir fosse il più completo ed efficace. Il Comitato ha dato atto di questa collaborazione”, ha affermato Ciriani. “Il Governo rispetta il lavoro della magistratura e della polizia giudiziaria, consapevole che le risposte verranno da un’indagine in corso, alla quale non può e non deve sovrapporsi, ma solo, se richiesto, collaborare. Come è avvenuto in sede di Copasir”, ha aggiunto il Ministro In merito alle indagini penali in corso.

Faraone: “Giornalisti spiati con strumenti abusivi, silenzio inaccettabile”

Durissima la replica dell’onorevole Davide Faraone di Italia Viva, che ha accusato il Governo di indifferenza istituzionale di fronte a un caso che tocca il cuore delle libertà democratiche:

“Il fatto che il Governo affermi con un atteggiamento assolutamente neutrale che ci si rimette semplicemente, come è giusto che sia, alle indagini della magistratura, ci fa comprendere come questo Governo non ha nessun rispetto della democrazia e di come questa democrazia dovrebbe funzionare”, ha detto Faraone. “Non prova nessuno scandalo il Ministro, così come tutti quelli che abbiamo interrogato su questa vicenda e che continuano nella loro ostinata omertà. Non ha dentro nessuno scandalo il fatto che ci siano giornalisti che sono spiati, non da qualcuno che decide di andare contro la legge, ma da istituzioni pubbliche. Perché questo è quello che Paragon ci ha detto: che quel software è in uso solo da enti pubblici”.

Infine, Faraone ha sollevato il tema degli obiettivi politici della sorveglianza, accusando il Governo di non provare alcuno sconcerto di fronte a un uso distorto e potenzialmente intimidatorio dello spyware:

“Questo Governo non è minimamente preoccupato del fatto che lo strumento sia stato utilizzato per spiare il direttore di Fanpage e il fondatore di Dagospia, Roberto D’Agostino, insieme a circa 90 cittadini italiani, attraverso un software in uso esclusivo a istituzioni pubbliche e impiegato in modo abusivo. Guarda caso, parliamo di giornalisti che avevano condotto inchieste su Fratelli d’Italia. Altri hanno espresso giudizi severi su questo Governo. E guarda caso, proprio queste figure sono finite nel mirino di uno strumento di sorveglianza illegale. E ancora guarda caso, Paragon ha deciso di disattivare il software perché — a loro dire — le istituzioni pubbliche italiane che lo avevano in uso lo hanno impiegato in maniera distorta rispetto alla finalità prevista. Quindi, rispetto a tutto questo, la sensazione che ho, Presidente, è chiara: questo Governo non vede l’ora di mettersi alle spalle questa storia”, ha concluso.

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