Danimarca, verso l’addio a Microsoft Office 365. Un esempio anche per l’Italia?

Le amministrazioni della Danimarca potrebbero non utilizzare più il pacchetto Microsoft Office 365, scegliendo al suo posto LibreOffice. Si tratta di un software europeo open source sviluppato dalla Document Foundation di Berlino. Nello stabilire un controllo ‘europeo’ sulle catene del valore, la misura si pone nell’ottica di prendere distanze dalle aziende statunitensi di Big Tech.

Svolta danese

Niente più pacchetto Microsoft Office 365 nelle amministrazioni della Danimarca entro fine anno. Al suo posto, LibreOffice, software europeo open source sviluppato dalla Document Foundation di Berlino.

Lo ha affermato in un’intervista al quotidiano Politiken, la Ministra per gli Affari digitali, Caroline Olsen, spiegando che il piano avrebbe previsto una sostituzione graduale. Le recenti tensioni tra Copenaghen e Washington (si vedano le dichiarazioni di Donald Trump sulla Groenlandia) potrebbero perciò arricchirsi di un nuovo capitolo, cibernetico.

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Nel Paese scandinavo, infatti, la volontà di stabilire un controllo ‘europeo’ sulle catene del valore, potrebbe declinarsi attraverso una grande presa di distanza dalle aziende americane di Big Tech. Alcune scelte simili erano già state implementate da due delle maggiori amministrazioni municipali danesi, quelle di Copenhagen e di Aarhus. Le quali hanno proceduto ad eliminare i servizi cloud di Microsoft.

Software e Europa

Anche nel caso ‘danese’, dentro il quadrante europeo, l’autonomia tecnologica – in relazione agli sviluppi e al funzionamento del software – è strettamente correlata alla resilienza cibernetica regionale.

Poter disporre di soluzioni di cui si ha il pieno controllo in quanto interamente realizzate da aziende nazionali (europee) ha un preciso significato. Quello di poter garantire la sicurezza dei dati, asset fondamentali.

La dipendenza da sistemi di aziende non europee per le infrastrutture critiche non sembrerebbe più sostenibile. È un tema, quest’ultimo, declinabile sia nei termini dell’autonomia che della sovranità digitale. C’è poi il fattore sicurezza, come la prevenzione e il contrasto agli illeciti cibernetici, come lo spionaggio cyber.

Prospettive normative

In termini sistemici, l’Unione Europea stessa dovrà continuare a promuovere lo sviluppo di software open source e soluzioni europee. Al contempo, dal punti di vista normativo, dovrebbero essere privilegiate politiche di procurement che fungano da vettore e supporto per una sovranità tecnologica (europea).

Tuttavia, nonostante le grandi ambizioni, non sono mancati i critici. Alcuni analisti hanno infatti voluto rimarcare come precedenti esperienze di questo tipo di migrazione non abbiano portato alcun valore aggiunti. Anzi, dal loro punto di vista la maggior parte di queste operazioni si sarebbe conclusa con il ritorno dei sistemi su Windows e Office.

Il rischio, dal lato client – venendo infatti potenzialmente meno alcune economie di scala – è che possano aumentare i costi operativi, con una minore efficienza per gli utenti. Esistono poi tutte quelle quelle difficoltà legate al cloud e alle scelte di sostituzione.

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