Il capo della Polizia Vittorio Pisani ha analizzato il ruolo dei fornitori di servizi digitali, in relazione alle compagnie telefoniche e al comparto della cybersicurezza. Tra questi, i fornitori di posta elettronica, cloud e server. Dal suo punto di vista, bisognerebbe che entrambi i soggetti fossero equiparati a livello normativo, così da migliorare i livelli di privacy.
Privacy e digitale
Per la cybersicurezza e la privacy del ‘Sistema Paese’ Italia, si dovrebbero equiparare i fornitori di servizi digitali alle compagnie telefoniche, almeno secondo il capo della Polizia Vittorio Pisani. Il funzionario ha analizzato la questione, evidenziandone problematiche e vulnerabilità. All’ordine del giorno si sono infatti affermati gli attacchi informatici per la sottrazione delle informazioni sensibili.
Lo ha detto Pisani durante il Festival dell’Economia di Trento. Al centro del tema, ci sono ovviamente i dati e le informazioni. Questi non sono ‘soltanto’ un vettore di ricchezza ma costituiscono un pilastro della sicurezza. Sicurezza che si può declinare su più livelli. Da quelli sistemici-istituzionali a quelli inerenti al settore privato (aziende e cittadini).
Da qui, la necessità di confrontare il funzionamento di due settori – digitale e comunicazioni telefoniche – che hanno diversi aspetti in comune. Tra questi, quadri giuridici, di ricerca e monitoraggio. E insieme, le sinergie tra il comparto privato e accademico, soluzioni di intelligenza artificiale (AI), computazione quantistica.
L’ordine dell’analisi
Il tema della privacy sui servizi digitali si è affermata come una delle più complesse al giorno d’oggi. Questa riguarda la protezione dei dati personali telematici e cibernetici e conseguentemente il rispetto dei diritti fondamentali degli utenti. Per garantire la privacy, è necessario adottare diverse misure. Tanto a livello individuale, quanto aziendale e legislativo.
Si è così affermata questa differenza di operatività, in quanto le compagnie che operano nella telefonia hanno degli obblighi specifici. E nello specifico, quelli di conservare i dati sull’identità degli utenti e fornire accesso alle conversazioni criptate.
Tuttavia, proprio le faglie del sistema – anche normative – hanno offerto grandi opportunità ai cyber criminali. Lo ha affermato lo stesso Pisani, sottolineando: “i criminali sfruttano le normative sulla privacy per celare le proprie attività”.
Le criticità in atto
Nel continuo e inesorabile dilemma tra ‘sicurezza e libertà’ (leggasi diritti individuali) vige un bilanciamento fra esigenze di sicurezza e diritto alla privacy. In Italia, questo è tutelato da norme specifiche, sotto l’egida di un Garante.
Il problema per Pisani tuttavia, è quello che al momento c’è “una disparità di trattamento normativo tra compagnie telefoniche tradizionali e i fornitori di servizi telematici“. Tra queste, le compagnie che offrono le email, servizi cloud, servizi di messaggistica con differenti livelli e sistemi di criptazione come WhatsApp, Telegram e Signal.
Le sfide future
Nei termini della legge, le compagnie telefoniche devono identificare il titolare delle Sim. I servizi digitali non hanno lo stesso onere.
Manca infatti una regolamentazione analoga e questi soggetti non sono tenuti a conservare l’identità reale degli utenti. Spesso, possono anche non accertarla. Dunque, alla luce delle complessità del tema, la polizia postale e delle comunicazioni giocherà un ruolo cardine.
Così, il Prefetto Pisani a tal proposito: “Questo corpo rappresenta l’eccellenza”. La tendenza sarà quella di elevare ulteriormente gli standard in futuro. Per farlo, si metteranno a punto nuovi corsi di formazione specifici e ci sarà l’assunzione diretta di laureati in informatica.