Ddl Cyber, Enrico Costa (Azione) ritira gli emendamenti sulla pubblicazione di notizie di provenienza illecita e sulla stretta dei trojan

Il deputato di Azione Enrico Costa ha ritirato, oltre agli emendamenti sulla pubblicazione di notizie di provenienza illecita, anche quelli sulla stretta sull’utilizzo dei trojan al ddl sulla cybersicurezza.

Il deputato di Azione Enrico Costa ha ritirato, oltre agli emendamenti sulla pubblicazione di notizie di provenienza illecita, anche quelli sulla stretta sull’utilizzo dei trojan e sul carcere per i giornalisti al ddl sulla cybersicurezza.

Gli emendamenti dovrebbero essere trasformati in ordini del giorno con l’impegno del governo a riprendere il tema nel prossimo provvedimento utile. E’ previsto per oggi pomeriggio in commissione alla Camera l’avvio delle votazioni sugli emendamenti al provvedimento.

Costa fa sapere che perciò ritirerà gli emendamenti da lui presentati per evitarne una bocciatura. “Ritengo a questo punto di accontentarmi di aver sollevato un dibattito interessante che potrà essere ripreso anche in aula”.

“Il ddl sulla cybersicurezza si occupa dei reati ‘informatici’, ma non si preoccupa di chi sfrutta il prodotto di questi reati. Questa la ragione per cui ho presentato tre emendamenti che, a mio giudizio, colmano un vuoto normativo. Ritengo infatti che il tema dell’utilizzo di informazioni e documenti con la consapevolezza che siano stati ottenuti commettendo reati non possa essere eluso”.

Così Enrico Costa, deputato di Azione, che aggiunge: “Vale per l’imprenditore che acquista notizie sui concorrenti da chi ne ha ‘bucato’ le difese informatiche, vale per il politico che diffonde notizie ‘secretate’ sull’avversario, avendole ottenute da chi ha violato le banche dati delle Procure, e ovviamente vale anche per chi, conoscendo l’illecita provenienza di queste informazioni ‘riservate’, le diffonde”. “Purtroppo – aggiunge – il dibattito mediatico si è concentrato esclusivamente sul rapporto tra diritto di cronaca e pubblicazione consapevole di informazioni frutto di reato, nonché sulle sanzioni. Un dibattito parziale e strumentale, che confonde il diritto di cronaca con un’immunità a 360 gradi, che trascura il bilanciamento tra principi costituzionali. Il governo, dapprima sensibile alle tematiche sollevate dagli emendamenti, pare abbia fatto marcia indietro”.

“E pare – prosegue – che il partito di maggioranza che ha sollevato il tema insieme a me ritirerà gli emendamenti. Dall’opposizione non avrei la forza numerica per far approvare i miei emendamenti, che, sia chiaro, sono del tutto coerenti con il ddl in esame. Ritengo a questo punto di accontentarmi di aver sollevato un dibattito interessante che potrà essere ripreso anche in aula, e, visto il dietrofront del Governo, di scongiurare una bocciatura degli emendamenti che non consentirebbe ad un tema di tale rilevanza di essere riproposto a breve, magari a scrutinio segreto. Ritirerò pertanto gli emendamenti in questione, valutando la possibilità di presentarli in aula – conclude Costa – con una formulazione che non si presti alle strumentalizzazioni di questi giorni”.

Ddl cybersecurity: gli altri emendamenti per costituire fondi ad hoc

Come già scritto su Cybersecurity Italia la scorsa settimana, negli oltre 150 emendamenti presentati emergono diverse proposte per istituire fondi ad hoc. 

Per esempio, gli onorevoli Dori e Zaratti (AVS) propongono lo stanziamento 50 milioni di euro per l’acquisto di strumentazioni tecnologiche atte al rafforzamento della cybersicurezza per le pubbliche amministrazioni centrali e per l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Agli oneri derivanti si provvede mediante corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa del progetto definitivo del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria.

Il PD propone l’attuazione del comma 1 (segnalazione dell’ACN su specifiche vulnerabilità e conseguenti interventi risolutivi), il Ministero dell’interno assegna all’ACN uno stanziamento pari a 60 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025 che confluiscono nelle entrate dell’Agenzia stessa. Per l’attuazione del comma 2 (mancata adozione) e per attività formative su tematiche di cybersecurity, il Ministero dell’interno assegna all’ACN uno stanziamento pari a 150 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025 che confluiscono nelle entrate dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale.

Maria Elena Boschi di Italia Viva propone l’attuazione degli obblighi di cui all’art. 6 l’istituzione, nello stato di previsione del MEF, di un apposito capitolo con una dotazione di 200 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026. I criteri di ripartizione di tali fondi e i relativi destinatari sono individuati annualmente con DM del MEF, entro giugno di ogni anno, a valere sul Fondo per le esigenze indifferibili. Viene inoltre soppressa la clausola di invarianza finanziaria di cui al comma 1 dell’art. 18.

Fondi per il Referente per la Cybersicurezza nelle PA

Il PD propone che la struttura e il referente per la cybersicurezza dei soggetti di cui al comma 1 dell’articolo 1 della proposta di legge seguano attività formative su tematiche di cybersecurity.  A parziale o totale reintegro di tali spese, l’ACN ripartisce 50 milioni per il 2024 e altrettanti per il 2025 tra i soggetti obbligati dalla legge all’adozione del referente e della struttura per la cybersicurezza. A tal fine, il Ministero dell’Interno assegna per tali annualità 50 milioni all’ACN. Conseguentemente, la clausola di invarianza finanziaria di cui all’art. 18 viene sostituita con la disposizione che Prevede la corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica di cui all’articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.

Dori e Zaratti (AVS) prevedono che per rafforzare e supportare il referente per la cybersicurezza delle pubbliche amministrazioni è autorizzata l’assunzione a tempo indeterminato di 50 esperti altamente specializzati, attraverso un concorso pubblico al quale provvede l’ACN. Agli oneri dei concorsi si provvede con 10 milioni a decorrere dall’anno 2024 mediante corrispondente riduzione del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2024-2027.

Ddl cyber: fondi per favorire la cultura della Cybersicurezza

Il M5S prevede la realizzazione di iniziative volte a favorire la diffusione della cultura della sicurezza informatica tra i cittadini, con particolare riguardo alle categorie a rischio di esclusione, con azioni specifiche e concrete, anche avvalendosi di un insieme

di strumenti e mezzi diversi, fra i quali il servizio radiotelevisivo. Sono coinvolte in tali iniziative l’ACN, l’Agid, i soggetti di cui all’art. 1 comma 1 della proposta di legge e le università. Per tali iniziative è prevista una spesa di 10 milioni a valere sul fondo per le esigenze indifferibili.

Un altro emendamento del Movimento 5 Stelle prevede che ACN e Ministero dell’Istruzione collaborino alla realizzazione di corsi specifici sulla sicurezza informatica nelle scuole. A tal fine, è autorizzata la spesa di 50 milioni per i corsi da svolgersi nell’anno scolastico 2024-2025.

Il PD propone di far discendere dal ddl in esame oneri pari a 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025, cui si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica.

Infine, il deputato Andrea Casu (PD) propone:

  • con l’emendamento 18.12 l’istituzione presso il MEF il Fondo per la sicurezza informatica, cui confluiscono le risorse derivanti dai ribassi d’asta relativi agli interventi ad ogni titolo rientranti fra i progetti PNRR di titolarità delle amministrazioni centrali, nonché che il MEF con proprio decreto, sulla base delle risorse rese disponibili annualmente assegni lo stanziamento a favore dell’ACN per la copertura degli eventuali oneri derivanti dall’attuazione della legge in oggetto e la realizzazione degli scopi istituzionali ad essa assegnati.
  • e con l’emendamento 18.13 di istituire presso il MEF il Fondo per la sicurezza informatica, cui confluiscono le risorse annualmente stanziate dalla legge di bilancio per un importo comunque non inferiore all’1,2% degli investimenti nazionali lordi. Demanda a un decreto MEF l’assegnazione, sulla base delle risorse rese disponibili annualmente ai sensi di quanto predetto, dello stanziamento a favore dell’ACN per la copertura degli eventuali oneri derivanti dall’attuazione della legge in oggetto e la realizzazione degli scopi istituzionali assegnati all’Agenzia.

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