C’è l’ombra del collettivo cinese Apt31 dietro i cyberattacchi e le fake news contro il Regno Unito

Il governo britannico non ha dubbi: i peggiori attacchi informatici e le campagne di disinformazione recenti al Paese vanno ascritti ad “agenti ostili” di rimando a Pechino. “Solo calunnie”, replica il portavoce del Ministero cinese degli Esteri.

Nei giorni scorsi ha dichiarato che la democrazia ha dovuto affrontare minacce su vari fronti, tra cui cyberattacchi e fake news che hanno interrotto le campagne elettorali (le stesse elezioni europee, in agenda dal 6 al 9 giugno, sono a elevato rischio di attacchi informatici).

Così il vice primo ministro britannico Oliver Dowden che, alla Camera dei Comuni, ha annunciato nuove sanzioni contro la Cina come ritorsione per una serie di azioni malevole contro i parlamentari e (appunto) il sistema elettorale del Regno Unito. In particolare, riferisce Politico, il governo britannico punta il dito contro il collettivo Apt31 (Advanced Persistent Threat Group 31), controllato dallo Stato cinese.

Una mossa che evidenzia il peggioramento dei rapporti tra i due paesi, stando anche alle parole del premier Rishi Sunak. “È chiaro che la Cina si comporta in modo sempre più assertivo all’estero e autoritario in patria e che è una grave minaccia per la nostra sicurezza economica”.

Cyberattacchi contro la politica

Coinvolti tre parlamentari e un collega dell’Alleanza interparlamentare sulla Cina: l’ex capogruppo Tory Iain Duncan Smith, l’ex ministro Tim Loughton, l’ex portavoce della difesa del Partito nazionale scozzese Stewart McDonald e il suo collega David Alton. Tutti sono stati allertati dal direttore della sicurezza del Parlamento, Alison Giles, in merito agli sforzi compiuti dalla Cina per hackerare i loro dispositivi.

Da qui le dichiarazioni del vice primo ministro Dowden su nuove sanzioni contro esponenti del Partito comunista cinese. C’è di più. Stando a fonti governative, la stessa Cina – ma anche Russia ed Iran – sarebbero dietro la campagna di disinformazione sulle condizioni di salute della principessa del Galles, Kate Middleton, di cui un dipendente della clinica in cui è stata ricoverata ha tentato di rubare i dati sanitari. Una fonte rileva a Telegraph: “Il modus operandi di stati ostili è quello di sovvertire la situazione prendendo di mira le legittimità delle elezioni o altre istituzioni, che è un po’ ciò che sta succedendo con i reali inglesi”.

Le controaccuse della Cina

Come riporta Sky News, il portavoce del Ministero cinese degli Esteri, Lin Jian, parla di “semplici calunnie” da parte del governo britannico. E ancora, dichiara che la Cina rappresenta una delle “principali vittime dei cyberattacchi” ed è sempre stata “decisa nel combattere ogni tipo di minaccia informatica”.

Equilibrio ristabilito? Per nulla, se si pensa che a inizio gennaio il Ministero cinese per la Sicurezza dello Stato ha accusato di spionaggio l’intero Regno Unito. Nel dettaglio, l’alert di Pechino è scattato su MI6, il servizio di intelligence straniera che – stando al ministero cinese – avrebbe dato mandato al dirigente di una società di consulenza di entrare più volte in Cina dal 2015 (spiega Financial Times). L’intento: acquisire informazioni e reclutare altre cyberspie.

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