Ferrara, dopo l’attacco il Comune chiede aiuto agli specialisti di UniFe. Ma per il ripristino ci vorranno settimane

Il Comune di Ferrara firmerà con i sindacati un temporaneo accordo per il lavoro da remoto a causa dell’attacco cyber. Il ripristino delle piene funzionalità dei servizi dell’ente richiederà ancora alcune settimane.

“Nel response team che sta operando per il ripristino dei servizi dopo il pesante attacco informatico che ha colpito il Comune di Ferrara entreranno in campo anche specialisti informatici dell’Università di Ferrara”.

Lo ha annunciato in un comunicato il Comune di Ferrara dopo l’attacco informatico subìto la notte tra il 12 e il 13 luglio da parte del gruppo di criminal hacker Rhysida Ransomware.

“Dopo il ripristino delle utenze telefoniche dell’Urp e della centrale della polizia locale, è stata riattivata anche la possibilità di accedere alla piattaforma telematica per l’assegnazione delle palestre in orario extra scolastico, recentemente presentata”, fa sapere il Comune.

Dati dell’anagrafe e della scuola al sicuro

“Confermati anche i servizi in cloud (ossia quelli che al momento dell’attacco erano già transitati nella ‘nuvola’ internet) – come lo sportello telematico polifunzionale, i servizi scolastici, la ztl – che non sono stati danneggiati dall’attacco e sono disponibili al pubblico” spiega la nota.

“Allo stesso modo anche l’intero sistema ‘Sicra’ (stato civile e ragioneria), non è stato intaccato. Nei prossimi giorni, oltre agli informatici dipendenti dell’ente e alle aziende appaltatrici dell’ assistenza sistemistica (Vem) – che ha una propria specifica unità di sicurezza informatica (Certego) – opereranno anche alcuni professionisti dell’ateneo di Ferrara, in base a uno specifico accordo”.

Sono al sicuro i dati dell’anagrafe, della scuola, e comunque quelli gestiti da procedure aziendali. È in corso la verifica sulle cancellazioni e la mappatura dei files cifrati. Una prima relazione al Garante è stata inviata, seguiranno integrazioni.

Formalizzata la denuncia alla Polizia Postale

È stata inoltre formalizzata la denuncia alla polizia delle comunicazioni, e si sta operando in piena collaborazione con le forze dell’ordine e con l’ACN (Autorità nazionale per la cybersicurezza).

Attualmente – dopo l’iniziale ricostruzione di infrastruttura digitale, ambiente informatico e dominio – si continua a operare per il progressivo ripristino di tutte le funzionalità dell’ente, esterne (rivolte ai cittadini) e interne (per il personale) e continua il lavoro, anche nei week end, di bonifica dei computer ‘infettati’ dal virus.

Il Comune firmerà con i sindacati un temporaneo accordo per il lavoro da remoto

“Abbiamo preparato molti PC nuovi e bonificato un altrettanto buon numero di macchine. Ora c’è il problema dell’installazione presso i diversi servizi. Non vi annoio con i particolari, ma c’è del lavoro da fare in ogni sede e per ogni postazione (es: mettere la regola di passaggio del PC sul firewall, che ora è deny come standard)”, commenta sul suo profilo Linkedin Massimo Poletti, CIO del Comune di Ferrara. Giovedì il Comune firmerà con i sindacati un temporaneo accordo per il lavoro da remoto.

“Ringraziamo l’Università di Ferrara (la Rettrice Laura Ramaciotti e il Direttore Generale Marco Pisano), e in particolare i colleghi (li ho sempre considerati tali) Enrico ArdizzoniMichele Ferrari e Luca Bettarelli per il supporto che ci stanno dimostrando inviandoci dei rinforzi dai loro staff tecnici”, ha spiegato Poletti, aggiungendo con dispiacere di aver sospeso con molto rammarico le ferie a tutti i tecnici.

“Persone che avevano prenotato viaggi e soggiorni con le famiglie. Gente bravissima che è al lavoro per permettere una ripartenza la più rapida possibile”, aveva dichiarato con dispiacere il CIO del Comune.

“E’ stata la decisione più difficile da prendere in tutta la mia carriera lavorativa, decisione che ovviamente ho preso in solitudine perché dipendeva solo ed esclusivamente da me. Adesso mi auguro che non ci siano problemi a trovare un modo per rimborsare tutte le spese già sostenute. Già ho pochi mezzi per incentivare (produttività standard due soldi, incentivazioni tecniche altri due quando si può), se poi mazziamo i collaboratori non aspettiamoci poi che continuino ad impegnarsi come prima”.

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