Cyber attacchi in aumento nel mondo, +125% nella prima metà del 2021

Cyber intrusioni, ecco i Paesi e i settori più colpiti

I primi sei mesi del 2021 hanno già registrato un aumento considerevole degli attacchi informatici e in generale delle cyber intrusioni a tutti i livelli, con un +125% rispetto allo stesso periodo del 2020.

Un incremento che è stato guidato dagli attacchi ransomware (sequestro di record di dati e/o di sistemi a scopo estorsivo), di cui abbiamo ampiamente sentito parlare negli ultimi tempi, compreso quello alla Regione Lazio, e dalle attività di web shell, che consistono in uno script dannoso sfruttato dai cyber criminali per mantenere l’accesso su un’applicazione web già compromessa e quindi mantenere il controllo da remoto di un device.

In termini generali, secondo il nuovo “Cyber ​​incident response update” di Accenture, sono gli Stati Uniti ad aver registrato il più alto numero di azioni cyber crime, con più del 70% del totale degli attacchi, seguiti dal Regno Unito, con il 24%, e dall’Australia, con l’11%.

I settori più colpiti risulterebbero invece i beni di consumo, con il 21% dei cyber attacchi nel mondo, il comparto industriale e manifatturiero, con il 16%, quello bancario (10%), dei viaggi e del turismo (9%), assicurativo, delle telecomunicazioni (6%) e dei servizi energetici (6%).

Ransomware gli attacchi più sfruttati

Rimanendo sui ransomware, questi ormai rappresentano il 38% della grande famiglia dei malware, mentre l’altra grande crescita registrata è stata quella degli attacchi backdoor, che rappresentano ormai il 33% dei casi.

La principale variante di ransomware osservata maggiormente all’azione è stata REvil/Sodinokibi, che a sua volta rappresenta il 25% di questa tipologia di malware.

I criminali del ransomware, inoltre, hanno preso di mira soprattutto il segmento assicurativo, con il 23% del totale degli attacchi di questo tipo, seguito da quello dei beni e servizi di consumo (17%) e delle telecomunicazioni (16%).

In Italia aumenta la criminalità online

In Italia la situazione non è migliore, anche se non paragonabile a quella di Stati Uniti, Regno Unito e Australia. Secondo un recente studio dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop), su dati Istat per gli ultimi cinque anni, nel nostro Paese le truffe, le frodi e i crimini informatici sono aumentati del +48%.

Ogni giorno in Italia si verificano in media 600 reati informatici, che complessivamente supera i 200 mila eventi l’anno.

Gli strumenti a disposizione del cyber crimine vanno dall’ormai classico phishing, con mail trappola che usano falsi loghi ad esempio dell’Agenzia delle Entrate, delle banche più conosciute o di Poste Italiane, per tentare di ottenere informazioni riservate, password e codici di conti correnti bancari o postali, alle mail che contengono ransomware in grado di bloccare l’intero sistema informatico di un’azienda, per liberare il quale viene richiesto un riscatto, come è avvenuto per la Regione Lazio.

Allarme dall’Olanda

Anche nella ricca e civile Olanda le cose non vanno molto meglio, rispetto al resto d’Europa e dell’Italia in particolare. Secondo quanto riportato dall’Ansa, alcune tra le più grandi società di cibersicurezza olandesi hanno infatti chiesto aiuto direttamente al Governo.

L’allarme è stato lanciato in particolare da tre giganti nazionali del settore, che sono: Eye, Hunt & Hackett e Northwave.

Rivolgendosi direttamente ai media nazionali, hanno messo in chiaro che per contrastare efficacemente il cyber crime in generale e gli attacchi ransomware in particolare c’è bisogno di un urgente intervento del Governo e questo intervento deve essere rapido.

Giornalista pubblicista, Digital content developer

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