Siria, una guerra cyber Usa-Damasco in arrivo?

Gli Usa non escludono nulla in relazione all’attacco con il gas a Douma. E la risposta contro Damasco potrebbe venire non sul versante miltare, ma in quello cyber

In molti pensano che la reazione militare degli Usa in Siria per l’attacco con il gas a Douma avverrà con i missili o con un attacco aereo. Ma se si concretizzasse in modo diverso? Per esempio nel dominio cyber? Gli Stati Uniti hanno le capacità e la possibilità di effettuare aggressioni informatiche su vasta scala. Inoltre, conoscono bene il bersaglio e le sue difese cibernetiche. In una eventualità di questo tipo, peraltro, ci sono molti obiettivi da colpire senza il rischio di causare vittime civili o arrecare danni alla popolazione. Per esempio, cosa succederebbe se i sistemi di difesa anti-missile e anti-aerea di Damasco si spegnessero improvvisamente? La maggior capacità di deterrenza del paese mediorientale verrebbe meno. Ciò è già successo il 7 aprile del 2017, quando 59 missili Tomahawk colpirono una base militare nella nazione, in risposta al massacro di Khan Sheikhoun. In quell’occasione, i sistemi di difesa non reagirono.

Le cyber difese della Siria non sono in grado di reggere azioni di cyberwarfare continuative e su vasta scala. Che peraltro presentano zero rischi per i civili e gli operatori

D’altronde, con ogni probabilità gli hacker Usa si sono infiltrati da tempo nei sistemi critici della Siria. Finora sono stati dormienti, non compiendo azioni di cyberwarfare. Ma non è detto che lo rimangano. Anzi. E’ probabile che siano già in allerta. Sia che si decida una risposta muscolare tradizionale sia che sarà cyber. Le difese di Damasco, inoltre, non sarebbero in grado di reggere contro un avversario di questo tipo. Il paese, infatti, ha concentrato le sue risorse in questo ambito soprattutto in operazioni di spionaggio informatico e di disturbo con campagne di fake news e infowar. Di conseguenza, non sono allenate a dover gestire massicci e continui incidenti. Tenendo conto di tutti questi fattori, per gli Stati Uniti una campagna di questo tipo sarebbe win-to-win. Massima resa, zero danni collaterali e rischi per i propri operatori.

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