Siamo nell’AI Cyber War

Già da ora un dato è chiaro: è sulle nuove tecnologie di punta e sul ruolo dell’intelligenza artificiale che si sta profilando all’orizzonte un “nuovo ordine mondiale”.

Se dal 24 febbraio 2022, con la guerra scatenata dalla Russia nei confronti dell’Ucraina, abbiamo preso atto, definitamente, di vivere l’era delle guerre ibride (fisiche e cibernetiche), dal 7 ottobre scorso con l’attacco di Hamas a Israele siamo anche nell’AI Cyber War. 

E una delle iniziali preoccupazioni di Sam Altman, il “papà” di ChatGPT, era proprio l’uso dell’intelligenza artificiale generativa per sferrare, con più facilità ed efficacia, cyberattacchi.

Da lunedì 2 ottobre a martedì 10 ottobre, Israele è stato di gran lunga il primo Stato al mondo più attaccato nel cyberspazio. I siti web israeliani, secondo questo monitoraggio di Radware, sono stati presi di mira 143 volte, per lo più da guerrieri cyber pro-palestinesi e in alcuni casi da mercenari cyber pro-russi.

Ma, ai danni del Paese, considerato tra i più avanzati nella cybersecurity, ancora non c’è stato nessun grande attacco cyber ad infrastrutture critiche, “ma potrebbero essere in arrivo”, ha detto Rob Joyce della National Security Agency degli Stati Uniti.

Su Telegram, le squadre di hacking hanno affermato di aver compromesso i siti web, la rete elettrica israeliana, l’app ‘Red Alert’ di allarme missilistico e il sistema di difesa missilistica “Iron Dome”. Il giornale israeliano, The Jerusalem Post, ha confermato di aver subìto attacchi cyber che hanno reso non disponibile il sito, temporaneamente. La società di sicurezza informatica Group-IB ha scoperto che AnonGhostgroup ha manomesso, a causa di vulnerabilità di server e API, l’applicazione ‘Red Alert’, che poi è stata rimossa dal Google Play Store.

Liz Wu, portavoce del gruppo di sicurezza informatica israeliano Check Point Software, ha affermato che la società ha monitorato più di 40 gruppi autori di cyber attacchi che hanno colpito con successo più di 80 siti web a partire dal giorno dell’assalto di Hamas. Questi includevano siti governativi e dei media.

“Per alcuni di questi, siamo riusciti a capire da dove sono arrivati. Sono due società, due gruppi criminali filopalestinesi e due filorussi che hanno attaccato siti governativi israeliani e l’applicazione che fornisce informazioni ai cittadini sul lancio di missili per allertare sui momenti di attacco, verso due aziende di produzione e distribuzione di elettricità e verso i media. Israele, da una parte è stata colpita dai missili e dall’altra da attacchi di cybercrime”, ha spiegato Aldo Di Mattia, senior manager systems engineering public administration Fortinet Italy, a margine del “Cybersecurity Forum”, organizzato a Palermo.

Ma il principale alleato di Hamas in questa AI cyber war sembra essere l’Iran che dispone di una vera e propria divisione cyber nel suo esercito e che è la seconda più attiva al mondo nel lanciare attacchi cyber. 

“Hamas e Hezbollah e gli hacker sostenuti dall’Iran sono molto meglio di quanto si possa pensare”, ha detto Jim Himes, membro del Comitato di intelligence della Camera degli Stati Uniti.

“I cyber guerrieri iraniani sono specialisti nell’attaccare soprattutto le infrastrutture critiche dei nemici, acquedotti, reti elettriche, centrali, aeroporti o reti ferroviarie, e negli ultimi anni sono state rafforzate nelle competenze e nelle capacità dall’arrivo di molti cyber warriors russi”, ha spiegato Edoardo Narduzzi, Amministratore delegato di Mashfrog Group. “Oggi la falange digitale di Teheran”, ha continuato Narduzzi, “può contare sul supporto di molti esperti e hacker di nascita russa, arruolati a tempo pieno, che le hanno sicuramente permesso di conseguire quel livello di qualità di attacco che l’azione terroristica di Hamas ha comunicato indirettamente al mondo. Una sorta di alleanza del male da dark web tra due delle principali armate cyber del pianeta”.

È anche una guerra a colpi di droni quella tra i miliziani di Hamas e Israele.

Dunque, già da ora un dato è chiaro: è sulle nuove tecnologie di punta e sul ruolo dell’intelligenza artificiale che si sta profilando all’orizzonte un “nuovo ordine mondiale”.

Direttore responsabile, Giornalista

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