Con il passare degli anni i nostri dati in rete sono diventati sempre più preziosi e vulnerabili, eppure non è aumentata di pari passo l’attenzione collettiva e individuale riposta nella protezione dei medesimi dati. Si pensi alla buona norma che ci porta a chiudere porte e finestre uscendo di casa: perché non adoperiamo la stessa premura quando spegniamo il computer, chiudendo con esso anche il wifi? A livello globale, le conseguenze di un attacco cyber sono paragonabili a quelle provocate da una catastrofe naturale: si stima che NotPetya, uno dei malware più avanzati mai realizzati, sia costato 850 milioni di dollari. Prima di arrivare però agli attacchi a larga scala, “gli hacker si allenano con i singoli”, segnala Francesca Contardi, managing director della società di recruitment EasyHunters.

Come possono dunque le persone, ma soprattutto le aziende, rispondere alla minaccia cyber? Con la professionalità. “La domanda di professionisti che possano garantire la sicurezza informatica – spiega Francesca Contardi – cresce di anno in anno”. È questo il motivo che rende quello della cyber security uno dei settori in maggiore crescita. “Quando parliamo di cyber security – continua Contardi – ci riferiamo ad un settore giovane, con importanti opportunità di impiego. Un settore che si va però strutturando adesso e in cui è ancora difficile trovare i candidati giusti, principalmente perché in Italia sono ancora troppo pochi i laureati in queste discipline”.

Per diventare responsabili in cyber security è “ovviamente necessario essere esperti di informatica e conoscere le formule (password, sistemi di salvataggio)”. I percorsi formativi possono essere molteplici: se da un lato può accadere che “siano gli studenti di Matematica, Statistica ed Economia a convertirsi”, dall’altro è anche vero che un esperto non deve necessariamente essere laureato. In questo ambito, le “competenze acquisite sul campo diventano più importanti rispetto ad una laurea”, spiega Contardi