Malware pubblicitari: Google rimuove più di 100 annunci al secondo

Diverse ricerche sulla cybersicurezza hanno svelato che molto spesso i malware più pericolosi si nascondono dietro banalissimi banner pubblicitari.

Qualche settimana fa è stato scoperto che un gruppo di cybercriminali utilizzava gli annunci sulla piattaforma YouTube per agganciare i computer degli utenti e utilizzarli in una pratica di mining di criptovalute. Ma la cronaca è ricca di casi del genere. E anche per questo, Google, che degli annunci pubblicitari online è leader indiscusso, sta lavorando sodo per contrastare questi fenomeni. Solo nell’ultimo anno, gli ingegneri di Big G hanno rimosso 3,2 miliardi di annunci in qualche modo violavano le policy. Un ritmo pazzesco: 100 annunci rimossi al secondo.

I numeri li tira fuori Scott Spencer, Director of Sustainable Ads di Google, che in un blog post ha reso note tutte le cifre del Bad Ads Report 2017.

«Nel 2017 – conferma Spencer – abbiamo rimosso oltre 3,2 miliardi di pubblicità che violavano le nostre norme pubblicitarie, che equivale a un ritmo di 100 pubblicità irregolari al secondo. Questo significa che siamo in grado di bloccare la maggior parte delle esperienze pubblicitarie negative, come la diffusione di malware e il phishing, prima che abbiano un impatto sulle persone. Abbiamo inoltre bloccato 79 milioni di pubblicità che, all’interno del nostro network, cercavano di indirizzare le persone su siti web che ospitavano malware, e nel corso dell’anno abbiamo rimosso 400.000 di questi siti web non sicuri. Abbiamo inoltre eliminato 66 milioni di pubblicità trick-to-click [ovvero che inducono a cliccare su un’immagine con finalità ingannevoli, ndr] e anche 48 milioni di pubblicità che cercavano di far installare agli utenti dei software indesiderati».

Nuove tecnologie di protezione
Spencer elenca anche quali sono le nuove tecnologie applicate per proteggere inserzionisti e utenti. «Nel corso del 2017 – dice – abbiamo rimosso dalla nostra rete pubblicitaria 320.000 publisher che violavano le nostre norme per chi ospita pubblicità. Abbiamo inoltre bloccato circa 90.000 siti web e 700.000 app per dispositivi mobili. Abbiamo anche introdotto una nuova tecnologia che ci permette di rimuovere gli annunci da oltre 2 milioni di Url ogni mese all’interno della rete di Google. La tecnologia che permette di applicare le norme a livello di pagina ci permette di proteggere meglio i nostri inserzionisti, rimuovendo più pubblicità da un maggior numero di siti, e riducendo allo stesso tempo l’impatto sui publisher legittimi». Una nuova tecnologia che Spencer ritiene «fondamentale per applicare su larga scala le norme che proibiscono di monetizzare attraverso contenuti inappropriati o controversi. Dopo aver esteso, ad aprile 2017, la norma che regola i contenuti dispregiativi o pericolosi in modo da poter includere altre forme di discriminazione e di intolleranza, abbiamo rimosso gli annunci di Google da 8.700 pagine che violavano questa nostra norma estesa».

Un giro d’affari miliardario
Il manager di Google snocciola anche quelle che sono le cifre riguardanti il giro d’affari che sta dietro la pubblicità online proposta da Big G: «Lo scorso anno, abbiamo pagato 12,6 miliardi di dollari ai publisher che usano la nostra rete. Tuttavia, per guadagnare con gli annunci di Google, è necessario rispettare le regole, il che significa rispettare prima di tutto gli utenti».

Fake news e pubblicità
Altro capitolo, le famigerate fake news, spesso prodotte per generare traffico. «Negli ultimi anni – scrive Spencer – abbiamo visto aumentare il numero dei truffatori che cercano di approfittare della crescente popolarità delle notizie online. Ai siti web che fanno parte della nostra rete pubblicitaria non è permesso monetizzare su contenuti ingannevoli. In sostanza, significa che non è possibile fingere di essere un sito legittimo di notizie con sede a Londra se in realtà si è un truffatore che lavora con contenuti ingannevoli in un’altra città. Nel 2017, abbiamo scoperto che un piccolo numero di publisher era responsabile della maggior parte di queste violazioni. Degli 11.000 siti web che abbiamo esaminato per una possibile violazione delle norme sui contenuti ingannevoli, ne abbiamo bloccati oltre 650 e abbiamo eliminato 90 publisher dalla nostra rete». Spencer annuncia infine che nel corso del 2017 Google «ha aggiunto 28 nuove norme per gli inserzionisti e altre 20 norme per i publisher, proprio per poter contrastare queste nuove minacce e migliorare l’esperienza pubblicitaria online».

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