Cybersecurity, in Italia la situazione rimane sempre più a rischio

Nonostante la sicurezza informatica sia un argomento di attualità dopo alcuni eclatanti attacchi avvenuti nel corso del 2017 come WannaCry a Petya, sembra che la consapevolezza sull’importanza della cyber-security non abbia ancora raggiunto un degno livello di attenzione, nonostante si riconosca che comunque nel corso dell’ultimo anno sia considerevolmente aumentata. 

La cosa preoccupante è che l’Europa, e l’Italia in particolare, sarebbero nel mirino degli hacker. Questo è quanto affermato da Venustech, azienda cinese tra i maggiori fornitori specializzati di prodotti per la sicurezza di rete.

L’azienda cita ad esempio il recente studio dell’Osservatorio “Information Security & Privacy” della School of Management del Politecnico di Milano, nel 2017 gli attacchi informatici sono aumentati sia nel numero che nella frequenza e, rispetto all’anno precedente, sono cresciuti del 12%, raggiungendo un mercato di 1,09 miliardi di euro. Inoltre, secondo i dati raccolti in un altro studio pubblicato da Accenture e dal Ponemon Institute, nel 2017 i crimini informatici sono costati alle aziende 11,7 milioni di dollari in media a nazione, il 23% in più rispetto ai 9,5 milioni dell’anno precedente e il 62% in più rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Dati che dovrebbero allarmarci visto che ingenerale secondo Venustech l’Italia è uno dei Paesi europei maggiormente esposti ad attacchi.

Ciò che è certo, è che il panorama della sicurezza informatica è ora come non mai in evoluzione e in futuro si troverà inevitabilmente ad affrontare tutte le nuove minacce informatiche previste dagli esperti, come ad esempio gli attacchi alle criptovalute. Infatti, secondo il rapporto “2018 Threat Landscape Uno sguardo al futuro” di CSE Cybsec SPA “Il danno totale causato da attacchi contro sistemi delle valute virtuali nel 2017 ammonta a oltre 168 milioni di dollari”.

L’analisi effettuata “evidenzia come un attacco andato a buon fine contro una banca nel mondo reale, può fruttare in media solo 1,5 milioni di dollari, sicuramente inferiore al ritorno per furto di criptovalute”. Le monete virtuali stanno infatti attirando l’interesse non solo di acquirenti ma anche di hacker e di criminali informatici e se l’utilizzo di queste monete è in costante aumento, sono altresì in aumento i danni provocati da questi attacchi poiché essendo questo un mercato tendenzialmente nuovo, c’è il rischio che le aziende non lo conoscano ancora a fondo e che quindi si possano trovare impreparate.

In conclusione, il cyber-crime è ormai un fenomeno reale che non accenna a diminuire. Attaccare dispositivi, PC, smartphone e apparecchi elettronici non adeguatamente protetti è ancora relativamente semplice e la probabilità di essere scoperti è molto bassa. Se da un lato quindi il cyber-crime è un crimine semplice da compiere, poiché molti utenti non adottano ancora le misure di protezione necessarie e molti dispositivi mancano delle difese di protezione adeguate, dall’altro lato i criminali informatici acquisiscono sempre più competenze, sfruttando tecnologie complesse e all’avanguardia.

Gli hacker moderni possiedono infatti le stesse competenze delle più avanzate company di Information Technology (IT) e, come loro, conoscono bene tutto ciò che è cloud-computing, intelligenza artificiale, Software-as- a-Service e crittografia, con tutti i rischi che ne conseguono.

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