Il cybercrime non si ferma, nel 2017 attacchi aumentati sopratutto su mobile

Crescono soprattutto i ransomware, diffusi principalmente tramite messaggi di posta elettronica. Le statistiche forniscono anche dati sui malware mobili

La maggior parte delle società più note nel campo della sicurezza informatica, nei loro rispettivi report relativi al secondo trimestre 2017, concorda su un punto: l’aumento degli attacchi hacker. E conferma anche la crescita soprattutto dei ransomware, minacce subite soprattutto dalle aziende.

Check Point, società di cybersecurity israeliana, mette tra i primi posti WannaCry, il terribile ransomware che a partire da maggio scorso ha seminato il panico in tutto il mondo, diffondendosi rapidamente a macchia d’olio. Anche Kaspersky, un altro importante nome tra gli esperti in soluzioni di sicurezza informatica, inserisce sul gradino più alto WannaCry. Le statistiche mostrano anche altri dati, che dovrebbero far riflettere in maniera particolare le imprese: il canale principale utilizzato dagli hacker per diffondere i virus sono le email. A luglio, stando a Symantec, c’è stata un’impennata vertiginosa dei malware inviati tramite posta elettronica.

I ransomware preferiscono le e-mail

Al primo posto, tra le tipologie di malware trasmesse per email, si trovano i ransomware. Secondo l’azienda di cybersecurity Proofpoint, il virus del riscatto è stato trovato nel 68% dei messaggi di posta elettronica contenenti una qualsiasi forma di programma malevolo.

Sempre dando un’occhiata alle statistiche di Proofpoint, dopo il ransomware, il secondo posto è occupato dai banking trojan, virus che hanno come obiettivo quello di impossessarsi delle credenziali bancarie delle vittime.

Il “Cavallo di Troia” bancario più diffuso tramite email è stato Dridex. Se invece si considerano tutti i mezzi usati dagli hacker, stando a CheckPoint, il primo bankingtrojan è stato Zeus.

L’azienda israeliana fornisce anche dei dati sulle principali minacce mobileavvistate su Android. La peggiore è Hiddad, un malware contenuto all’interno di copie contraffatte di alcune delle applicazioni più popolari, pubblicate su store non ufficiali. Al secondo posto di trova HummingBad, mentre Lotoor e Triada si contendono il terzo gradino.

Le statistiche confermano, dunque, la florida attività criminale degli hacker, che probabilmente continuerà a crescere nei prossimi mesi. I dati sono preoccupanti soprattutto per le aziende, attratte dalla quarta rivoluzione industriale, ma distratte dai pericoli posti dalla trasformazione digitale.

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