Borrell (UE): “L’Europa deve diventare un provider di sicurezza ibrida, anche cyber”

Tutto viene armato – le minacce arrivano da ogni dove in modi molto diversi – per terra, per mare, sono ibride, cibernetiche, classiche – il mondo non è più lo stesso di prima

Potenziare la capacità di difesa dell’Europa

Difendere il proprio spazio strategico, economico e politico, sembra esser diventato un obiettivo irrinunciabile per l’Unione europea. Una preoccupazione per la sicurezza a 360° che sembra divenire sempre più ossessiva nella narrazione istituzionale di questi ultimi anni, forse mesi.

Lo ha ricordato anche l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, in occasione della presentazione alla stampa della bozza sulla “Bussola strategica” (“Strategic Compass”) dell’Unione europea(UE).

La bozza di documento, che Euractive ha avuto modo di visionare, sarà presentata la prossima settimana ai ministri degli Esteri dell’UE, per una prima valutazione. La sua versione finale dovrebbe essere approvata il prossimo marzo 2022, sotto la presidenza francese dell’UE.

L’Europa è in pericolo e i cittadini europei non sono sufficientemente consci dei pericoli che affrontiamo, è nostra responsabilità identificare le nuove sfide e minacce e provvedere ad una nostra risposta”, ha spiegato Borrell ai media, secondo quanto si legge in una nota Ansa.

Una situazione grave, che spinge l’Alto rappresentante ha suggerire che nonostante sia sempre meglio agire assieme, “se possibile”, è bene farlo “anche da soli se necessario”.

Obiettivo del nostro tempo è fare in modo che l’Europa diventi un fornitore di soluzioni e servizi di sicurezza (“Europe has to be a security provider”), perché “è quello che si aspettano i suoi cittadini”.

Sicurezza: il nuovo orizzonte del cyberspazio

Da qui si deve partire per una nuova idea di Ue della sicurezza e della difesa, che deve sempre più fare riferimento al cyberspazio.

Tutto viene armato – le minacce arrivano da ogni dove in modi molto diversi – per terra, per mare, sono ibride, cibernetiche, classiche – il mondo non è più lo stesso di prima”, ha aggiunto il politico spagnolo.

Quattro i pilastri della strategia europea, secondo Borrell: “agire in modo più rapido e deciso di fronte alle crisi; mettere al sicuro i cittadini europei contro le minacce in rapida evoluzione; investire nelle capacità e nelle tecnologie di cui abbiamo bisogno, e collaborare con gli altri per raggiungere obiettivi comuni”.

In termini prettamente operativi e difensivi, le forze militari che l’Ue vuole mettere in campo non sono antagoniste alla Nato, ha tenuto a sottolineare l’Alto rappresentante dell’Unione, semplicemente, in chiave di “deployment capacity”, cioè di capacità di dispiegamento rapido, l’Europa deve disporre di interforze militari che possono entrare rapidamente in azione in contingenti anche di 5.000 unità.

Una data ipotetica per l’avvio operativo di questo reparto europeo è fissata entro il 2025.

Come ha tenuto a ricordare Borrell, “viviamo in un mondo sempre più ostile”, dove la massima responsabilità degli Stati è individuare velocemente le nuove sfide e le nuove minacce.

La “Hybrid toolbox” dell’Unione

E queste ultime arrivano sempre più spesso dal cyberspazio. Un fatto che non è puramente relegabile nell’ambito tecnologico, perché nel discorso si fa anche riferimento alle “capacità”, area su cui investire, in cui certamente rientrano formazione e competenze relative alla cybersecurity e al cyberspazio certamente.

Per questo l’Alto rappresentante ha parlato di “hybrid toolbox”, cioè di una scatola degli attrezzi “ibrida”, che sappia mettere insieme “tutti gli strumenti necessari per fronteggiare gli attacchi tradizionali e i cyber attacchi“.

Le minacce odierne sono diverse dal passato, in quanto non si tratta più di essere bombardati o invasi da carri armati”, ha detto Borrell nell’introdurre la sempre maggiore attenzione alle cyber minacce.

Giornalista pubblicista, Digital content developer

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