Attacchi informatici, l’Italia sotto attacco dai Cybercriminali

L’Italia è sotto attacco da parte di criminali informatici pronti a rubare miglioni di dati ad aziende e banche. La notizia, resa nota dall’italiano Pierluigi Paganini, ha prodotto un notevole allarme registrato anche dal Computer Emergency Reponse Team della Pubblica amministrazione italiana. Ma non è proprio una novità.

Le aziende e i governi sono spesso restii a farlo sapere quando accade per evitare danni d’immagine, ma un attacco su larga scala sta colpendo in queste ore migliaia di siti bancari, commerciali e istituzionali in tutto il mondo. Anche in Italia. L’obiettivo dei criminali che stanno portando questa offensiva alla rete è di rubare i dati, testare la vulnerabilità di siti e servizi e costruire nuove armi cibernetiche. La notizia, resa nota dall’italiano Pierluigi Paganini, ha prodotto un notevole allarme registrato anche dal Computer Emergency Reponse Team della Pubblica amministrazione italiana. Ma non è proprio una novità.

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L’attacco, che va avanti da alcuni mesi è però diventato così massiccio che un hacker indipendente, un cacciatore di virus, di nome MalwareMustDie!, il 27 febbraio scorso ha deciso di renderne noti i dettagli per evitare conseguenze potenzialmente disastrose sul funzionamento di molti servizi essenziali. Verificata la gravità del fatto, Paganini e Odissesus, nome in codice di un altro hacker italiano, nella notte tra venerdì e sabato scorsi hanno verificato che l’attacco stava colpendo alcuni server della penisola per rubarne i dati, tra cui quelli di alcune aziende di Roma, le università di Roma e Milano, e altre infrastrutture critiche dopo aver reclutato una botnet di smart device, i dispositivi intelligenti di case e ufficio costantemente collegati in rete.

E infatti secondo uno dei due ricercatori italiani l’attacco starebbe utilizzando una variante della botnet Mirai, una rete di computer compromessi da virus, simile a quella che a ottobre aveva oscurato tutta l’Internet della costa orientale americana bloccando perfino Twitter e il New York Times. Vai all’articolo completo qui.

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