Secondo quanto riportato da Il Messaggero, entro questo mese partiranno i test il ‘WhatsApp’ di Stato. Dopo la firma del protocollo, sul progetto stanno lavorando il Poligrafico e l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN).
Svolta nella comunicazione della PA?
Sulla cybersicurezza non si delega e dunque l’obiettivo è avere il “WhatsApp” per la Pubblica Amministrazione entro l’anno prossimo. Al progetto stanno lavorando il Poligrafico (IPZS) e l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN).
In questi termini, l’obiettivo sarà quello di migliorare il livello delle comunicazioni tra i funzionari delle Pubbliche Amministrazioni ma anche di ministri.
Cronoprogramma
Secondo quanto ha spiegato il Messaggero, in questo lungo processo ci sono alcune date che rappresentano dei passaggi fondamentali.
In primo luogo, lo scorso 4 aprile si è proceduto a siglare un protocollo, “per consolidare la postura di sicurezza dell’ecosistema cibernetico nazionale“. Il Poligrafico, che si sta occupando dell’It-Wallet, lo strumento di identità digitale nel quale sono archiviati alcuni documenti, sceglierà un ventaglio di soluzioni.
Entro la fine del mese, poi, il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), azionista al 100% del Poligrafico, fornirà all’ACN tre o quattro soluzioni da provare nei sei mesi successivi. Tra le soluzioni al vaglio, c’è TelsyInTouchApp, sviluppata da Telsy (Gruppo TIM): questa infatti è in grado di offrire un controllo su dati e una compatibilità con la Pubblica Amministrazione (come già descritto da Cybersecurity Italia).
Le chiavi per il futuro
Prima che l’applicazione possa definitivamente entrare in funzione, il fulcro sarà rappresentato dalla corretta funzionalità di due aspetti. Il riconoscimento dei soggetti e il perimetro entro cui il servizio dovrà operare. Poi, in secondo luogo, la conservazione dei dati.
Per capire come questi verranno conservati, ma anche per valutare come agli stessi – e in quali tempistiche – si potrà accedere. Dal momento che il sistema dovrà operare su infrastrutture dedicate, con livelli di controllo e monitoraggio elevati, oltre a Governo e ministri, potrebbero usarlo anche alti dirigenti ministeriali.
L’autonomia tecnologica è strettamente correlata alla resilienza cibernetica del Paese. Poter disporre di soluzioni di cui si ha il pieno controllo in quanto interamente realizzate da un’azienda italiana di eccellenza (come Telsy) ha un preciso significato. Ossia, quello di poter garantire la sicurezza di dati e comunicazioni. Questi sono asset fondamentali.
Se invece si dovessee assumere come esempio l’estero, nel 2019 la Francia aveva invece lavorato con Tchap (applicazione per i funzionari che richiedeva un indirizzo email governativo).