L’azienda israeliana Paragon Solutions ha sottolineato come il mancato impegno del Governo italiano ad indagare sul ‘caso spyware Graphite’ l’ha portata a rescindere il contratto in essere. Al contrario, il Copasir aveva sottolineato come la fine del rapporto fosse ascrivibile in primo luogo all’Italia.
Volontà e contratti
L’azienda israeliana Paragon Solutions ha annunciato di aver rescisso il contratto con il Governo italiano. Negli ultimi mesi la società di sicurezza informatica – produttrice e venditrice dello spyware Graphite – era finita al centro di un caso di spionaggio che ha riguardato l’uso proprio dello spyware.
Coinvolti diversi tra attivisti e giornalisti (tra cui il direttore di Fanpage.it Francesco Cancellato), con l’impiego del vettore sui loro cellulari per tenerli sotto controllo. Di fronte alle mancate garanzie delle autorità italiane, rispetto all’operatività e a precise indagini che ne chiarissero le motivazioni, la Paragon ha chiuso il rapporto di fornitura. Sia con l’Aise, i servizi esteri, che per l’Aisi, per i servizi interni.
E ha spiegato: “Paragon vende la sua tecnologia esclusivamente alle forze dell’ordine e alle agenzie di intelligence dei Paesi democratici che hanno superato con successo il suo rigoroso processo di due diligence e vetting“. Sempre secondo le sue regole interne, l’utilizzo dello spyware da parte delle agenzie di sicurezza dei governi dovrebbe “limitarsi ai terroristi e ai criminali“.
Le complessità
Nonostante il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) abbia pubblicato un rapporto in materia, le polemiche non sono diminuite.
Il caso Paragon si è complicato nel tempo. Dopo giorni iniziali di polemiche e sospetti, l’intelligence italiana aveva concordato con la Paragon Solutions di sospendere l’operatività dello spyware Graphite. La decisione è arrivata nel momento in cui proprio il Copasir e l‘Agenzia nazionale per la cybersicurezza (ACN) portavano avanti un’approfondita procedura di due diligence su quel software di sorveglianza.
Successivamente questa storia si è connotata di un altro capitolo. Persino la Polizia Penitenziaria, infatti, potrebbe aver utilizzato Graphite per attività di intercettazione.
I termini del disaccordo
Quando la vicenda è divenuta nota, i contratti di fornitura con i servizi italiani sarebbero stati dapprima sospesi e poi definitivamente rescissi. Da parte sua, il Copasir aveva spiegato come dopo la sospensione si fosse “addivenuto alla decisione di rescindere comunque il contratto con Paragon“.
La compagnia israeliana, al contrario, ci ha tenuto a specificare che ad interrompere i suoi rapporti con l’Italia dopo lo scandalo, in primis, sarebbe stata proprio lei. E ha aggiunto: “Alla luce delle recenti conclusioni raggiunte dalla Commissione parlamentare italiana siamo pronti ad assistere in qualsiasi indagine. Il tutto, qualora le autorità italiane ne facciano richiesta ufficiale“.