La Russia svilupperà un’applicazione di messaggistica ‘statale’, con l’obiettivo di ridurre la sua dipendenza da piattaforme straniere come WhatsApp e Telegram.
Comunicare in Russia
Lo scorso martedì 24 giugno il Presidente della Russia Vladimir Putin ha firmato una legge per autorizzare lo sviluppo di un’applicazione di messaggistica ‘statale’. L’ha riportato la Reuters. L’obiettivo sarà integrarla nei servizi telematici del Governo di Mosca ma soprattutto di arrivare a ridurre la sua dipendenza da piattaforme come WhatsApp e Telegram.
Così facendo – e questo processo ha subito un’accelerata negli ultimi tre anni – Mosca cercherà di investire nella “sovranità digitale“, promuovendo servizi interni. L’autonomia tecnologica è strettamente correlata alla resilienza cibernetica di un Paese (lo si è visto anche nel dibattito in Italia sulla messaggistica nella Pubblica Amministrazione).
Poter disporre di soluzioni di cui si ha il pieno controllo in quanto interamente realizzate da un’azienda nazionale ha un preciso significato. Ossia, quello di poter garantire la sicurezza di dati e comunicazioni. Tutti questi sono asset fondamentali.
Dettagli normativi
Sempre secondo l’agenzia di stampa, i legislatori russi avrebbero affermato che l’applicazione di Stato avrà funzionalità che Telegram e le piattaforme Meta non hanno. Dall’altro lato, ovviamente, non sono mancate le critiche, che hanno sottolineato i rischi – viste anche le tensioni in atto – per le libertà personali e la privacy.
Mikhail Klimarev, direttore della Internet Protection Society (un gruppo russo per i diritti digitali), ha anche affermato di aspettarsi che il Governo russo possa rallentare la velocità di WhatsApp e Telegram. Così operando, a fronte di continui disservizi, gli utenti sarebbero spinti a scegliere il nuovo servizio.
Prospettive operative
Prima che l’applicazione possa definitivamente entrare in funzione, ci sarà tutta una fase di sperimentazione. Al netto della direzione politica, la corretta funzionalità di un’applicazione similare sarà basata su due aspetti. Il riconoscimento dei soggetti legittimati ad impiegarli e il perimetro (geografico e non solo) entro cui il servizio dovrà operare.
In secondo luogo, ci sarà il tema della conservazione dei dati, in relazione alla loro conservazione, come pure sulla valutazione di come agli stessi – e in quali tempistiche – si potrà accedere. Dal momento che il sistema dovrà operare comunque su infrastrutture dedicate, con livelli di controllo e monitoraggio elevati, bisognerà vedere se ci saranno delle barriere all’ingresso.