L’intelligenza artificiale arma in più per il cybercrime

Venticinque dei più importanti scienziati che si occupano di intelligenza artificiale presso le Università di Oxford, Yale e Cambridge, il gotha dell’accademia mondiale, hanno sottoscritto nelle scorse ore una corposa ricerca volta a mettere in guardia dai futuri rischi legati alla sicurezza.

Accanto a loro anche esperti di sicurezza civili e militari, tutti concordi nel suonare l’allarme verso i potenziali usi malevoli che potranno essere messi in atto da “Stati canaglia”, organizzazioni terroristiche e lupi solitari.

L’allarme di per sé non è una novità: già nel recente passato molti altri ricercatori hanno segnalato ad esempio i pericoli legati allo sviluppo delle cosiddette “armi intelligenti” o la possibilità di trasformare auto a guida autonoma e droni in armi improprie.

Inoltre chiunque abbia mai visto i film o le serie TV dell’universo di Ghost In The Shell conosce bene queste tematiche, a dimostrazione che spesso la cultura pop di qualità sa anticipare il futuro sollevando domande intelligenti e problemi profondi. Tuttavia una ricerca firmata da alcuni dei più grandi esperti mondiali del settore fa alzare il livello di allarme a livelli inediti.

‎I ricercatori affermano che l’uso malevolo dell’intelligenza artificiale costituisce una minaccia imminente per la sicurezza digitale, fisica e politica, consentendo attacchi su larga scala, altamente efficienti e con obiettivi molto precisi. Lo studio infatti non tratta l’argomento in maniera astratta ma si concentra sugli sviluppi plausibili entro i prossimi 5 anni. Non un futuro remoto dunque, ma il domani dietro l’angolo.

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