La RSA Conference 2025 di San Francisco (USA), il principale evento globale sulla sicurezza informatica, è un’importante vetrina, per l’Italia, dove mettere in mostra le innovazioni cyber e sull’AI. Insieme all’aspetto ‘fieristico’, il dibattito si è poi imperniato sugli investimenti che servono, in materia, al ‘Sistema Paese’ italiano.
Consulta il rapporto ‘Il settore della cybersicurezza. Una componente strategica del Made in Italy’
Una vetrina cyber
Nella RSA Conference 2025 di San Francisco, negli USA, dal 28 Aprile al 1° Maggio 2025, l’Italia ha avuto modo di mettere in mostra le principali innovazioni in materia di AI e cyber.
Con oltre 40.000 partecipanti e più di 600 espositori da circa 150 Paesi, questo consesso, presso il Moscone Center, si è affermato come il principale evento globale sulla sicurezza informatica. La delegazione italiana – in rappresentanza delle istituzioni pubbliche e del grande capitale privato – ha presenziato alla RSA Conference, con degli obiettivi precisi.
In primo luogo, quello di stringere (nuove) collaborazioni industriali e tecnologiche. Il tutto, affinché le quote di un mercato delle aziende italiane crescano (mercato che vale oltre 202 miliardi di dollari) e le stesse siano sempre di più internazionali.
Prospettive generali
La cybersicurezza è un settore in cui negli ultimi anni gli investimenti sono cresciuti costantemente, come ha evidenziato l’Osservatorio Cybersecurity e Data Protection del Politecnico di Milano. Si pensi solo che tra il 2023 e il 2024 si è registrato un aumento di spesa pari al (+) 15%. Ulteriori miglioramenti dovrebbero arrivare nei comparti della sicurezza delle applicazioni e dei servizi per i consumatori.
Tra il 2020 e il 2024, nei comparti della sicurezza cyber e della crittografia si sono tenuti ottanta round, con investimenti per 114 milioni di euro.
Consultando nuovamente il rapporto ‘Il settore della cybersicurezza. Una componente strategica del Made in Italy’, è emerso come la strategia nazionale della cybersicurezza 2022-2026 andrà implementata. Tre gli obiettivi (protezione degli asset strategici nazionali, risposte alle minacce e sviluppo del digitale) e due i fattori abilitanti (cooperazione e formazione di una cultura in matteria sempre più puntuale).
Fermo restando il ruolo di impulso e coordinamento in capo all’ACN, il Piano di implementazione – correlato alla Strategia – ha individuato ottantadue misure da realizzate. Per dodici di queste, il Ministero degli Esteri (MAECI) è corresponsabile nella fase di attuazione.
Si è dunque evidenziato che ci sarà da fare molto, a livello degli hub nazionali. D’altronde, come ha sottolineato il Sole 24 Ore, il Csirt Italia dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale ha inviato 3.877 segnalazioni di compromissioni o fattori di rischio ad amministrazioni e imprese italiane.
Il contesto della fiera
Nel dettaglio, stanno rappresentando l’Italia sedici imprese. Dal punto di vista istituzionale, l’organizzazione è avvenuta sotto l’egida dell’ACN. Insieme all’Agenzia, supporto anche dell’ICE e ovviamente del MAECI.
Tecnicamente, s’illustrano varie soluzioni, a partire dall’AI. Queste ultime, sia in relazione alla loro funzionalità, che all’apporto di questi dispositivi al comparto della sicurezza cyber. Si sparlerà di sviluppo della crittografia quantistica e di modelli di cybersicurezza.
L’analisi dei sistemi cyber fisici servirà per per lo sviluppo software e di browser per la navigazione in rete. Un servizio, che serve per la prevenzione di minacce cyber direttamente in azienda. Da qui, un accento si darà anche alla gestione del traffico delle informazioni e dei dati del WEB.