Iran, disconnettere gli apparati telefonici e informatici per non essere obiettivo di Israele. La direttiva per gli alti ufficiali

La guerra in corso ha costretto il comando informatico dell’Iran a ordinare agli alti funzionari di evitare di utilizzare i sistemi interconnessi in rete. I potenziali attacchi di Israele, con annesse interruzioni digitali, possono infatti innalzare i livelli di minaccia, con fughe di dati e notizie, nonché difficoltà comunicative.

Ripensare la connettività

In Iran il comando informatico ha dato l’ordine agli alti funzionari di ‘disconnettersi’. Più precisamente lo stato di guerra ha imposto la necessità di evitare tutte le apparecchiature informatiche collegate alle reti di telecomunicazione. Il rischio maggiore in questi casi, è che gli attacchi di Israele comportino interruzioni digitali.

L’interruzione della catena di comando potrebbe avere delle conseguenze molteplici. Lo ha scritto POLITICO, aggiungendo che “la notizia era stata riportata martedì dall’agenzia di stampa Fars, affiliata al Corpo delle guardie rivoluzionarie iraniane“. La connettività – e la velocità -sono le chiavi di volta delle operazioni moderne.

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Un esercito che non garantisce la propria connettività è un esercito vulnerabile. Comunicare significa infatti condividere dati in tempo reale e coordinare le proprie forze. In questo particolare contesto, con l’aumento delle ostilità cinetiche e cibernetiche le attenzioni che partono dal fattore comunicazione prendono poi tante altre direzioni.

Le scale del conflitto

Certamente il continuo confronto serve per il coordinamento e per definire i diversi livelli operativi di intervento. Tuttavia nel comunicare si forniscono degli indizi. Sia delle identità che dei luoghi, al netto comunque di tutte le accortezze necessarie. La geolocalizzazione può infatti indicare potenziali obiettivi bellici.

Sempre su POLITICO, Lukasz Olejnik, Ricercatore Senior in visita presso il Dipartimento di Studi sulla Guerra del King’s College di Londra ha analizzato la direttiva iraniana. Per far questo, ha spiegato che la decisione iraniana di evitare strumenti connessi segnala la “profonda preoccupazione” che i dispositivi ordinari possano essere violati e manomessi.

Inoltre, ha suggerito: “Teheran teme che gli avversari possano usare i dispositivi connessi per tracciare, intercettare o addirittura prendere di mira funzionari chiave”.

Una tattica consolidata

In un’ottica comparativa, analizzando alcune mosse che Israele ha portato avanti negli ultimi anni. Tel Aviv, spesso, ha infatti utilizzato dispositivi in rete per uccidere delle persone. Per esempio, lo scorso settembre ha usato dei cercapersone esplosivi per colpire obiettivi di Hezbollah, ferendo quasi 3.000 persone.

I servizi di sicurezza israeliani hanno attaccato i membri del partito filo-sciita, con base in Libano, innescando simultaneamente minuscole quantità di esplosivo. Esplosivo, che a sua volta si trovava in migliaia di dispositivi portatili modificati distribuiti tra gli operativi di Hezbollah.

Sono tutte debolezze strutturali che Israele ha dimostrato di saper valorizzare, per ottenere dei vantaggi anche nel breve periodo.

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