L’UE sta pianificando un sistema per gestire e rispondere più prontamente alle crisi cyber. Al centro, una maggiore cooperazione con gli Stati e con la Nato.
Più attenzione alle crisi cyber in UE
L’UE investirà sempre di più sulla gestione delle crisi cyber, rendendo più flessibili i processi decisionali, in virtù di una maggiore cooperazione con gli eserciti degli Stati membri e con la Nato. Lo hanno deliberato i ministri europei nella riunione dello scorso venerdì a Lussemburgo.
Una riunione, in cui si è dibattuto di politica delle telecomunicazioni e sull’approvazione del nuovo aggiornamento del ‘cybersecurity blueprint‘, originariamente adottato in prima battuta nel 2017. L’aggiornamento, in funzione della richiesta dei Governi nazionali nel maggio 2024, è stato elaborato su proposta della Commissione Europea.
Il piano costituisce un’importante linea guida per gli Stati membri fungendo da riferimento per migliorare la preparazione, le capacità di rilevamento e la risposta agli incidenti informatici. L’operatività generale terrà conto di importanti normative adottate di recente, come la Direttiva NIS2 e il ‘cyber solidarity act‘.
I livelli decisionali
Con la promozione di una migliore cooperazione tra i Paesi membri e con la Nato, si punta ad affrontare un panorama di minacce informatiche sempre più complesso. Il tutto, “rafforzando le reti UE esistenti, promuovendo appunto la cooperazione tra gli Stati membri e gli attori coinvolti e superando gli ostacoli che possono esistere“.
Per identificare concretamente gli incidenti su larga scala o le crisi informati a livello dell’Unione, vigono delle specifiche fattispecie. Le quali, a loro volta, s’inquadrerebbero al momento dell’attivazione di un certo quadro di crisi. Definiti anche i ruoli delle reti, degli attori e dei meccanismi pertinenti, deputati ad intervenire.
Tra questi l’ENISA, l’Agenzia dell’UE per la sicurezza informatica o EU-cyclone, la rete dell’organizzazione europea di collegamento per le crisi informatiche. Il testo ha inoltre sottolineato l’importanza del coordinamento della comunicazione pubblica prima, durante e dopo gli incidenti di crisi.
Sull’importanza della cooperazione civile-militare nel contesto della gestione delle crisi informatiche con la NATO, esistono dei meccanismi rafforzati. Sulla base di questi strumenti sarà facilitata la stessa condivisione delle informazioni. Certamente, la dove possibile e quando necessario. Infine, il progetto informatico dell’UE contiene anche capitoli sul recupero dei dati e delle informazioni.
In secondo luogo, il nuovo ‘libro blu’ ha invitato la Commissione europea a proporre – entro il 2026 – una soluzione per garantire comunicazioni sicure e chiede l’elaborazione. L’elaborazione di piani di emergenza per far fronte a scenari in cui i canali di comunicazione ordinari risultino compromessi.
Il caso ‘Polonia’
Il rinnovato scenario geopolitico – europeo ed atlantico – ha visto un cambiamento a livello di rapporti di forza. Tra i principali protagonisti si è legittimata la Polonia, ovviamente al centro di un numero costante di incidenti informatici.
Un aspetto, rimarcato da Dariusz Standerski, Segretario di Stato al Ministero degli affari digitali della Polonia, a capo dell’incontro. “La Polonia è il Paese più colpito nel cyberspazio all’interno dell’Ue, con circa 700 incidenti quotidiani”, ha dichiarato a Politico Standerski . “Non possiamo però escludere che il prossimo anno gli obiettivi principali siano altri Stati membri. Per questo dobbiamo essere preparati insieme”.
Anche Krzysztof Gawkowski, Vice Primo Ministro e Ministro degli Affari Digitali della Polonia, ha commentato la novità. In questi termini: “Abbiamo compiuto un passo avanti decisivo nel rafforzamento della resilienza dell’Europa in materia di cybersicurezza. Il progetto dell’UE per la gestione delle crisi informatiche chiarisce alcuni passaggi fondamentali“.
Nel dettaglio, “come gli Stati membri possano individuare, rispondere, recuperare e imparare da incidenti di sicurezza informatica e crisi informatiche su larga scala che potrebbero colpire l’intera UE“. Poi, ha aggiunto: “Il progetto dell’UE va a dimostrare il nostro chiaro impegno per un’Europa più sicura, più resiliente e meglio preparata – un’importante priorità della presidenza polacca“.