Il CSIRT di ACN in stato di agitazione: ecco i motivi

Ieri, 1° Maggio, il sindacato CISAL-SIBC-ACN ha proclamato lo stato di agitazione, sull’organizzazione del CSIRT dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN). L’accento, oltreché sugli aspetti logistici, è stato posto anche sulle assunzioni.

I dubbi dell’ACN

Il 1° Maggio, il sindacato CISAL-SIBC-ACN ha proclamato lo stato di agitazione per l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), con attenzione al CSIRT. Trattasi della centrale operativa che interviene nei casi di attacchi informatici alle infrastrutture critiche del Paese. In altri termini, è quell’organismo che materialmente cerca di risolvere i problemi a fronte di attacchi cyber.

Il sindacato – che rappresenta la maggioranza del personale sindacalizzato dell’ACN – ha richiesto l’avvio delle procedure di raffreddamento e conciliazione previste dalla Legge 146/1990. Contestualmente ha auspicato la convocazione di un tavolo con la partecipazione diretta del Direttore Generale Bruno Frattasi, in qualità di garante della rappresentanza dell’Agenzia.

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Al netto degli interrogativi ‘sistemici’, sul funzionamento e sulle logiche interne al comparto della cybersicurezza nazionale, la Repubblica, ha illustrato i temi sul tavolo.

Il comunicato

Con il comunicato, CISAL-SIBC-ACN ha spiegato i motivi della protesta. Queste le rivendicazioni: “In occasione della Festa dei Lavoratori, il primo sindacato interno all’ACN, CISAL-SIBC-ACN, ha annunciato la proclamazione dello stato di agitazione sindacale. Tra le principali motivazioni alla base della protesta emergono la scarsa trasparenza nei processi di reclutamento e progressione di carriera del personale“.

Per cui: “Suddette criticità hanno portato il sindacato a dichiarare il secondo stato di agitazione nel giro di soli sei mesi“. Da parte sua, il segretario del sindacato, Valerio Marone, ha rimarcato il ruolo del CSIRT come “il fiore all’occhiello dell’Agenzia“. Tuttavia ha anche ribadito che per quanto “spesso esaltato negli incontri pubblici“, dall’altro lato è “quotidianamente bersaglio di ingiustizie e malcelate minacce”.

E ancora, si è continuato: “Ad oggi, non risultano pubbliche né chiare le modalità di ingresso e selezione del personale comandato da altre amministrazioni presso ACN. Molti di questi sono arrivati inizialmente in comando/distacco, spesso senza nessuna competenza in cybersicurezza“. Meno della metà dei lavoratori è stata scelta con un concorso. Anzi: “Su 233, ben 140 sono stati presi mediante altri istituti”.

A tal proposito si è ribadito: “Successivamente, hanno ricevuto la stabilizzazione in posizioni gerarchicamente ed economicamente superiori rispetto al personale del CSIRT Italia. L’unico organo effettivamente incaricato della protezione cibernetica nazionale. Anche i percorsi di progressione interna risultano opachi, nonostante le ripetute sollecitazioni sindacali a favore della trasparenza“.

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