Il servizio di messaggistica WhatsApp è stato vietato su tutti i dispositivi della Camera dei Rappresentanti degli USA, secondo una nota che lunedì scorso ha ricevuto il personale. Da valutazioni interne, l’applicazione non garantirebbe adeguati livelli di cybersicurezza.
WhatsApp e Congresso USA, due strade diverse
Il Congresso degli USA – e in particolare la Camera dei Rappresentanti – ha vietato WhatsApp per le comunicazioni interne. L’ordine, secondo quanto ha riportato il Guardian, è giunto al personale lunedì scorso, attraverso una nota ad hoc.
All’interno del documento, si legge che “l’Ufficio per la sicurezza informatica ha ritenuto WhatsApp ad alto rischio per gli utenti“. E in aggiunta si è sottolineato che la causa fosse ascrivibile “alla mancanza di trasparenza nel modo in cui protegge i dati degli utenti, all’assenza di crittografia dei dati memorizzati e per i potenziali rischi per la sicurezza connessi al suo utilizzo”.
Nel promemoria, redatto dal responsabile amministrativo, si è raccomandato l’utilizzo di altre applicazioni di messaggistica. Tra queste, la piattaforma Teams di Microsoft Corp, Wickr di Amazon.com, Signal, iMessage di Apple e Facetime.
Comunicare con sicurezza
Sono mesi che negli USA il tema delle comunicazioni sensibili, interne agli apparati governativi, è divenuto oggetto di importanti valutazioni, con annessi cambiamenti.
Quest’ultima prescrizione è infatti rientrata all’interno di un’iniziativa più ampia della Camera per limitare l’uso di servizi potenzialmente pericolosi. Fanno parte di questo elenco le applicazioni di ByteDance come TikTok e gli strumenti di intelligenza artificiale come ChatGPT.
In effetti, alcune superficialità (si pensi al caso ‘Michael Waltz’) avevano per esempio fatto emergere delle falle nella Casa Bianca. Il cambio di rotta ha interessato tutto il comparto della sulla sicurezza cibernetica. La costante è stata quella di mantenere delle effettive attenzioni sui comportamenti dei dipendenti.
La sensibilità di certe notizie presuppone la massima attenzione nel momento in cui su questi temi si scambiano opinioni o su queste ci si confronta. E’ in quest’ottica che WhatsApp ha evidentemente lasciato dubbi, in relazioni ai livelli di sicurezza sulle sue comunicazioni.
Tuttavia, i membri del Congresso potranno continuare ad usare l’applicazione sui propri dispositivi personali. In quali, in base alle norme vigenti, non si possono impiegare per riunioni informative riservate e strutture protette.
Compromessi in vista
La scelta sulla piattaforma, ovviamente, è stata oggetto di critiche. Sempre secondo il Guardian, un portavoce di Meta (che possiede WhatsApp), ha dichiarato: “Non siamo d’accordo con la caratterizzazione del capo amministrativo della Camera nei termini più forti possibili“.
Poi, ha aggiunto: “Sappiamo che i membri e i loro collaboratori usano regolarmente WhatsApp. Siamo ansiosi di garantire che i membri della Camera possano unirsi alle loro controparti del Senato per farlo ufficialmente“.
E ancora: “I messaggi su WhatsApp sono crittografati end-to-end per impostazione predefinita, il che significa che solo i destinatari possono vederli. Si tratta di un livello di sicurezza superiore a quello della maggior parte delle applicazioni presenti nell’elenco approvato dalla CAO che non offrono questa protezione“.
In relazione alla situazione, non è improbabile che nelle prossime settimane si lavori in maniera sinergica per trovare un compromesso, migliorando comunque la sicurezza del servizio.