L’Amministrazione USA sarebbe al centro di un nuovo caso, visto che alcuni dipendenti governativi avrebbe usato Google Drive per inviare dei documenti sensibili. Tra questi, le planimetrie della Casa Bianca, potenzialmente visibili a migliaia di persone.
Un nuovo caso negli USA
Alcuni dipendenti dell’Amministrazione USA avrebbero utilizzato Google Drive per condividere dei documenti sensibili in maniera impropria, durante il mandato dell’ex Capo di Stato Joe Biden. Tra questi, persino le planimetrie della Casa Bianca.
Lo ha riportato il Washington Post, specificando come l’Ufficio dell’Ispettore Generale abbia solo recentemente appreso tutto questo. Il caso in questione avrebbe riguardato il caricamento di informazioni per lo più non classificate ma riservate.
La condivisione involontaria di una cartella di Google Drive con l’intero staff della General Services Administration (GSA) non è stata però una parentesi episodica. Anzi, si sarebbe trattato di un altro utilizzo poco oculato dei documenti sensibili. Tanto sotto Biden, quanto sotto Trump. Lo si è visto con Michael Waltz, Consigliere per la Sicurezza degli USA, fruitore di Gmail per delle comunicazioni di lavoro.
Il monito
Nonostante dalla Casa Bianca non siano arrivate né conferme, né smentiti, né ovviamente commenti, il Post ha indicato come la condivisione dei dati in questione risalga all’inizio del 2021. Questi file sarebbero rimasti lungamente accessibili, anche durante gli inizi dell’Amministrazione Trump.
Si sia trattato di dolo o di distrazioni, è evidente come la catena del valore – e insieme il comparto della sicurezza cibernetica – siano esposti rispetto agli errori umani. Da qui, l’importanza degli strumenti di Data Loss Prevention (DLP), tecnologie agenti come sentinelle digitali.
Queste strumenti servono per monitorare e controllare il flusso dei dati, così da prevenire la perdita o l’accesso non autorizzato. Il tutto, indipendentemente dal luogo dove questi dati si trovino (cloud, endpoint, posta elettronica).
Controllo e interventi
Durante la verifica, gli ispettori hanno scoperto che le informazioni sensibili sembravano essere state condivise “impropriamente”. Gli stessi ispettori hanno segnalato il problema martedì 15 Aprile, direttamente ai responsabili dell’Amministrazione. Nello specifico, a quella parte del personale informatico che gestisce le violazioni della sicurezza.
In poche ore, questo gruppo di esperti ha identificato i proprietari dei file e ha invertito la loro condivisione. Si è così agito affinché questi documenti non fossero più accessibili agli oltre 11.000 dipendenti.
Non sono terminate tuttavia le indagini, proprio perché la salienza del tema necessita di approfondimenti più mirati, anche alla luce del momento attuale degli USA.