Cybersicurezza e guerre, perché abbiamo bisogno di una diplomazia digitale

Un nuovo e inquietante capitolo nella guerra ibrida tra Iran e Israele ha aperto di fatto un secondo fronte nel conflitto.

Un nuovo capitolo nella guerra tra Iran e Israele

Un nuovo e inquietante capitolo nella guerra ibrida tra Iran e Israele apre di fatto un secondo fronte nel conflitto. Si tratta dell’attacco alla Bank Sepah, una delle istituzioni bancarie più antiche dell’Iran, ad opera del gruppo di hacker Predatory Sparrow, già noto per azioni mirate contro le infrastrutture iraniane.

Sportelli chiusi, conti correnti inagibili, disagi su larga scala per l’elaborazione delle transazioni. Il blocco ha causato panico tra la popolazione civile, lasciando trasparire il potenziale destabilizzante della guerra cyber contro le infrastrutture critiche.

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L’attacco alla Bank Sepah si inserisce infatti in una strategia più ampia che mira alla delegittimazione politica del regime agli occhi della sua stessa popolazione.

Il valore della diplomazia digitale

Nel quadro di questa escalation, formazioni vicine alla causa iraniana hanno risposto attaccando la TBN Israel. Quest’ultima è una rete televisiva cristiana con legami strategici con il governo israeliano e rubando milioni di dati sensibili. Gli episodi di merito segnano un’evoluzione radicale del concetto di guerra. Il duello cyber tra Israele e Iran è destinato a intensificarsi.

Senza una diplomazia digitale o una governance del cyberspazio, questi attacchi continueranno a esporre intere nazioni a shock sistemici.

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